Partiamo dall’etimologia. La parola deriva dal francese caviar, caviale, e potrebbe essere tradotta come “cavialeggiare”, cioè, all’incirca “annerire”. Annerire le parole che non servono, per mettere in evidenza invece quelle prescelte, che, insieme, andranno a formare una frase, un pensiero, un componimento poetico. Tale tecnica è anche conosciuta, in inglese, come Found Poetry.
Si procede in questo modo:
Si strappa una pagina a caso da un libro… e già questa è una bella soddisfazione!! Hihihi! (Oppure si possono usare una fotocopia, una pagina stampata etc.)
Si scorre il testo, alla ricerca delle parole o delle frasi che più colpiscono, per poi metterle insieme, fino a creare una poesia.
Per dare un tocco artistico al componimento, lo si decora a piacere: con semplice annerimento, con disegni, con collage, usando le tecniche e gli strumenti che si preferiscono (pennarelli, matite, acquarelli, tempere…).
Per la decorazione, si può prendere spunto da altri (in rete c’è l’imbarazzo della scelta!) o lasciare libera la propria fantasia.
A mio parere, il bello di questa tecnica è quello che ti sentirai libero e stimolatio nella tua creatività. Libero di scegliere le parole che più ti sono congeniali, quelle che ti suonano meglio, quelle per te più significative, e di combinarle allo scopo di creare un pensiero che parla di te.
E creativo dal punto di vista espressivo, sia a livello poetico, che artistico.
Il Caviardage infatti, oltre alla composizione della poesia, offre la possibilità di arricchire la pagina con disegni, collage etc… oppure -per i meno estrosi- con il classico “annerimento”.
Vedrete che sarete in grado di creare dei pensieri poetici stupefacenti, illuminanti. Rivelatori.