martedì 29 marzo 2016

Preparandoci per la visione del film Troy


L'inseparabilità di Ares e Afrodite. [...] Una scandalosa verità: più che un’incarnazione del Male, la guerra è in ogni epoca una costante della dimensione umana.
O meglio, troppo umana.
(http://www.adelphi.it/libro/9788845919541)


La guerra è il grande tema dell'Iliade perché l'aggressività guerriera è vista come il mezzo principale per affermare l'onore dell'eroe ed è, dunque, considerata un valore positivo. Tuttavia, la guerra è vista anche con l'angosciosa coscienza dei mali che comporta: lo dimostrano gli epiteti della parola <<guerra>>, che è definita <<funesta, crudele, sanguinosa>>. Lo stesso Achille è destinato ad una vita gloriosa ma breve; e sia lui sia la madre Teti lamentano questo destino di gloria che però è al tempo stesso destino di dolore e morte

Fra tutti coloro che si muovono all’interno della vicenda, i protagonisti assoluti, simbolo stesso della guerra di Troia, sono gli eroi.
Nei poemi omerici l’eroe era un sinonimo di guerriero che combatteva per i valori della patria, che si distingueva attraverso le gesta individuali e che rispecchiava alcune caratteristiche che costituivano un modello comportamentale.
Attraverso i racconti cantati dagli aedi, infatti, la gente poteva ascoltare le gesta di quegli uomini che avevano combattuto per la gloria e l’onore, quasi delle figure mitiche di cui era necessario imitare i comportamenti poiché erano giusti e rispettavano i valori comuni. [...] Nonostante la profonda coscienza del destino, però, gli eroi non si rassegnavano ad una vita e ad una morte priva di onore e quindi vergognosa.
Tutta l’esistenza dell’eroe era indirizzata alla gloria: la gloria nel duello, la gloria nelle gesta, la gloria nella morte e la gloria dopo la morte; lo scopo della sua vita era morire in combattimento, perché solo ciò avrebbe offerto un motivo per restare nella memoria di tutti dopo la morte.
A questo scopo attraverso le battaglie viene messo in luce il valore dell’eroe e si possono notare le sue virtù.
Per questo motivo nei poemi omerici i combattimenti, specie quelli fra due grandi guerrieri, vengono descritti nei minimi particolari, concentrandosi principalmente sulle singole gesta di ognuno, poiché sfidando la morte e uccidendo l’avversario si conquistava la gloria.
[...] ciò a cui miravano i Greci era la morte in battaglia, ogni altro tipo di morte era considerata da vili, vergognosa.
Da queste considerazioni si può capire che la morte aveva un ruolo fondamentale per i Greci, ed era vista come il compimento finale della vita di un eroe, capace di assicurare il ricordo dei posteri come un modo per rispondere alla morte, la vera morte, non quella fisica, ma quella della memoria, l’anonimato, l’oblio.
Di conseguenza, per fare in modo che il loro ricordo restasse per sempre vivo nel mondo, desideravano morire durante le battaglie, gloriosamente e nel pieno della gioventù, cosicchè l’ immagine eternata coincidesse con l'essenza stessa della kalokagathìa (perfezione umana).
Strumento per eccellenza attraverso il quale si realizzava questo scopo finale era appunto la poesia epica, che assicurava eterna celebrazione alle imprese di quegli uomini che avevano saputo distinguersi.
Per i Greci, dunque, l’esistenza era strettamente legata al fatto di essere stimati, lodati e onorati, e chi non si distingueva tra gli altri, non riusciva a lasciare un segno della sua vita.
Erano quindi queste le caratteristiche dell’eroe greco: la gloria prima di tutto, l’onore, il coraggio e il valore.

(http://poemi-omerici.blogspot.it/2006/11/gli-eroi-come-modello-di-vita.html)


Sito con bellissime illustrazioni dell'Iliade.

Qui c'è un'infografica riguardante i morti nell'Iliade:




lunedì 28 marzo 2016

Il mondo alla deriva... consumistica




Pubblicato da Will·Art Producciones Creativas su Sabato 27 febbraio 2016

Leggere: fatica e piacere


La fatica di leggere

mercoledì 23 marzo 2016

Wonder Caviardage

Ecco i vostri lavori. Li ho letti con calma e vi confermo che ci sono autentiche perle...
Complimenti, 1B!!